Torna come da tradizione l’appuntamento con i consigli di lettura, per te o per i regali dell’ultimo momento.
Come sempre, i consigli arrivano dal nostro Luigi De Luca, Responsabile della comunicazione e Direttore dello storico sito di neo-letteratura Aphorism che ti invitiamo a scoprire, ma non solo: se ancora non lo conosci e aforismi, poesie, racconti e recensioni sono una delle tue passioni, iscriviti e condividi!
E intanto, ecco la selezione di libri: auguri di buone feste e buona lettura!
Il ballo di Irène Némirovsky
Un piccolo classico, piccolo perché è una novella di circa 100 pagine. Si può leggere in una notte, si può regalare con la certezza di non impegnare troppo il destinatario. Un piccolo classico che condensa psicologia e contesto sociale dei protagonisti: una famiglia di parvenu che da tempo sogna e aspetta il suo debutto in società. Un debutto importante e subito circondato dai dubbi: siamo abbastanza in vista per coinvolgere invitati di spessore? Verranno?
Bisogna preparare tutto, selezionare, assumere, controllare, scrivere a mano gli inviti e consegnarli. Gli ultimi due incarichi sono affidati alla quattordicenne Antoinette, che subisce questo fervore e ne viene contemporaneamente esclusa: la madre non prevede nessun ballo per la piccola di casa, nessuno dovrà distrarsi da lei e il marito, da quella consacrazione tanto attesa. Per la bambina è prevista la solita routine, quindi dritta filata a letto prima ancora che arrivino gli ospiti.
Inizia l’attesa. La tata, i musicisti, la servitù, i padroni di casa, tutti aspettano che la serata abbia inizio. Tutti. E poi?
Ai piani bassi di Margaret Powell
Dopo “Il ballo” viene naturale consigliare questo libro della Powell perché ci racconta cosa succedeva nelle servitù agli inizi del secolo scorso. I ruoli, le alleanze, le simpatie e le antipatie che potevano determinare o meno l’ascesa sociale di un nucleo famigliare. Erano anche tempi in cui la servitù iniziava a prendere coscienza del proprio ruolo, della sua importanza, dei suoi diritti. Iniziava a capire di avere un potere, il potere di rifiutarsi, di parlare, addirittura di incidere su una sorta di curriculum delle famiglie nobili o della ricca borghesia.
Proprio così, perché solo con il passaparola strisciante tra colleghi si poteva rovinare la reputazione: chi paga bene, chi fa richiesta assurde, chi non paga, chi è in bancarotta, chi tratta le persone come schiavi. Passaparola che dal basso genera un vociare sempre più intenso che prima o poi arriva anche a quei “piani alti”, e terrorizza. Al punto tale che per alcune famiglie diventa addirittura difficile trovare personale.
A raccontare tutto è una quindicenne in carriera, una sguattera che ambisce a diventare cuoca. Una donna determinata che ci riuscirà e che successivamente imparerà anche a scrivere, diventerà un personaggio televisivo e regalerà al pubblico le sue memorie raccolte proprio in questo libro che ha ispirato anche la serie Downtown Abbey.
Momenti fatali di Stefan Zweig
Un gioiello per chi ama la storia e le biografie. La penna esperta di Zweig narra con la stessa tecnica coinvolgente delle sue novelle, alcuni dei momenti più importanti della storia dell’umanità.
Momenti celebrati e momenti passati in secondo piano ma che hanno avuto effetti enormi sugli uomini e le donne nel corso dei secoli. Le ultime ore di Bisanzio, la caduta definitiva di Napoleone, la posa del cavo sotterraneo che metterà in comunicazione il vecchio e il nuovo continente, la fuga di Tolstoj, la genesi della Marsigliese e i suoi effetti, Lenin che raggiunge in treno il cuore della Rivoluzione d’Ottobre, la lotta diplomatica del presidente Wilson che all’indomani della Grande Guerra cerca di convincere il mondo della necessità di un’organizzazione che possa difendere e supportare i destini e i diritti delle persone.
Queste sono alcune delle storie brevi e variegate di iniziative, progetti e uomini che con le loro azioni e le loro idee hanno dato un contributo determinante nel compimento di momenti storici. Di momenti fatali.
L’unica persona nera nella stanza di Nadeesha Uyangoda
Quale è la definizione corretta di razza e razzismo? Possiamo darla noi o possiamo comprenderla in maniera inequivocabile ed equilibrata nella posizione di “italiani bianchi”?
Per provarci (non riuscirci, provarci) l’approccio iniziale da considerare è già complesso: liberarsi di luoghi comuni, pregiudizi, cliché di qualsiasi genere legato alle razze e, più in generale, alle diversità.
A parlare di razza e razzismo, a dare una definizione di questi termini e del loro significato, gli studi e la storia di Nadeesha Uyangoda sono sicuramente il viatico più adatto da seguire in questo saggio breve che narra anche le proprie esperienze personali. Come quella che dà il titolo al libro: se non sei nella medesima condizione di partenza, non puoi capire esattamente cosa significhi essere “l’unica persona nera nella stanza”.
L’argomento è complesso, non ha risposte semplici ma induce alla riflessione, a farci domande scomode che – per parafrasare il titolo di un altro libro – ci fanno sorgere nella coscienza profonda un interrogativo inquietante ma che può essere redimente: “Sei sicuro di non essere razzista?”
Anche chi ha una risposta certa a questa domanda, può capire di più e migliorare sempre. Possiamo crescere e aprirci davvero verso nuove forme di comprensione ed empatia, e possiamo farlo solo mettendoci profondamente in discussione, perché il razzismo è prima di tutto una questione culturale.
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In fondo alla palude di Joe R. Lansdale
Una storia dal sapore pioneristico, ambientata nell’America della Grande Depressione, un’epoca fatta di grandi speranze e retaggi culturali e sociali ancorati al passato. Non sembra il XX secolo, non è ancora il tempo del sogno americano, almeno non sei hai la pelle nera.
Un suggerimento di lettura adatto per concludere questa carrellata, una narrativa che affronta anche il tema del razzismo e lo fa attraverso gli occhi di due adolescenti e di una famiglia già pronta all’uguaglianza e al rispetto dei diritti, a differenza di buona parte della comunità in cui vivono.
I boschi e i corsi d’acqua che sono luoghi di gioco e divertimento, d’un tratto diventano posti pericolosi, dove può accadere qualcosa di brutto, dove si può morire. Lo capiscono bene i due ragazzi che si imbattono in un cadavere che rappresenterà l’inizio dell’indagine condotta dal padre, un uomo coraggioso e risoluto che in nome della giustizia è disposto a tutto, anche a mettere a rischio la vita sua e dei suoi cari.
Ci sono tante storie intrecciate con quel cadavere e con le persone più in vista dei villaggi vicini, è impossibile far finta di niente. Forse sarebbe proprio questa la cosa più facile da fare, la più logica come gli suggerisce l’istinto. Ma non sarebbe la cosa più giusta.
Un buon genitore vuole dare esempi da seguire e insegnamenti importanti ai propri figli e quando qualcuno chiede aiuto davanti ai loro occhi, quel genitore non si può girare dall’altra parte.